25 Aprile 2018

Fondi bilanciati: la scelta migliore del 2020?

Tra fondi flessibili, fondi bilanciati, azionari e settoriali sul mercato c’è veramente un mare magnum di opportunità… ma anche di tranelli.

Anche se non potrai trasformarti in un esperto di finanza leggendo un articolo, alla fine della lettura sarai in grado di orientarti e capire se il tuo consulente ti ha rifilato spazzatura o buoni prodotti. Infatti ci sono alcune cose che puoi fare anche tu, in autonomia, per renderti conto in un batter d’occhio se ciò che hai di fronte è uno dei molti prodotti scadenti creati per arricchire le banche o le reti di consulenza, o se ti è stato proposto un fondo di investimento valido ed in grado di rappresentare per te un investimento redditizio.

Se sei un investitore con un capitale di qualche decina di migliaia di euro probabilmente non potrai permetterti una diversificazione “estrema”, e non vorrai nemmeno esporre il tuo denaro a rischi eccessivi. Probabilmente il primo mercato che hai tenuto in considerazione è quello obbligazionario, e magari hai pensato proprio ai titoli di stato; presto ti sarai accorto che i rendimenti sono davvero molto bassi, e quella è solo una delle cattive notizie! Purtroppo infatti il contesto macroeconomico attuale con i tassi di interesse ridotti ai minimi storici implicherà un inevitabile rialzo progressivo degli stessi nel prossimo futuro, e ciò causerà il crollo del valore di mercato dei titoli già emessi! Pertanto in questo momento un uso esclusivo di obbligazioni è sicuramente da sconsigliare.

Detenere un eccesso di titoli obbligazionari (per quanto collocati all’interno di fondi comuni) ti esporrebbe ad un alto rischio di perdita legato al progressivo e inevitabile rialzo dei tassi stessi. Va poi aggiunto che per ottenere rendimenti a mio parere accettabili le scadenze da considerare sono almeno decennali… e in dieci anni sui mercati accadono troppe cose per rimanere incatenati a un titolo in grado di rendere un 2,4%!  E’ necessario pertanto guardare anche al mondo delle obbligazioni corporate e di quelle high yield, e introdurre una componente azionaria a supporto del resto.

Allora che fare?

Sarebbe certamente possibile andare ad acquistare singolarmente ognuna di queste componenti, per dosarle e bilanciarle trimestralmente in una ottica di asset allocation globale. D’altro canto per capitali di media entità la soluzione più semplice potrebbe essere proprio quella di guardare ai fondi bilanciati. Un fondo bilanciato infatti è un paniere che al suo interno detiene già un mix di azioni ed obbligazioni di varia natura (in proporzione variabile e con vincoli contrattuali da rispettare); questa scelta consente di limitare i costi legati alle transazioni di compravendita di troppi prodotti ma ottenere ugualmente una diversificazione ottimale, aspetto importante soprattutto quando il patrimonio totale non consentirebbe di allocare su ciascun prodotto un ammontare sufficiente.

Noi applicheremo il ragionamento ai fondi bilanciati, ma ovviamente lo stesso approccio può essere replicato in ogni settore o nicchia.

I fondi bilanciati infatti sono panieri che al loro interno detengono già un mix di azioni ed obbligazioni di varia natura

Vediamo adesso i principali “numeri” da comparare prima di scegliere un buon fondo di investimento.

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Mi aiuterai a diffondere informazioni che spero risulteranno utili a molti lettori… basta un click qui sotto!

freccia-verticaleselezionare dei fondi bilanciati a livorno

I parametri alla base della scelta dei fondi bilanciati

I fattori da prendere in considerazione sarebbero davvero molteplici, alcuni legati alla selezione del singolo prodotto, ed altri invece relativi alla combinazione di più elementi in un unico portafoglio: Max drowdown, Indice di Sharpe, Livello di correlazione, Volatilità storica etc sarebbero le variabili da mettere in gioco. Ciò nonostante se una volta selezionata la categoria di interesse (nel nostro caso appunto fondi bilanciati) ti limiterai a valutare anche solamente i 4 fattori qui di seguito potrai farti una idea molto chiara della validità e dell’efficienza del fondo di investimento esaminato:

  • mercato di riferimento
  • performance storica a 3 o 5 anni
  • tracking error
  • costo
  1. Il mercato di riferimento è il parametro più semplice da decifrare, e ovviamente si riferisce alle aree geografiche coinvolte dalle aziende\prodotti oggetto di investimento. Il consiglio che mi sento di darti, se sei un investitore con un capitale che come dicevamo prima ammonta a qualche decina di migliaia di euro, è quello di selezionare mercati molto ampi o globali, eventualmente “mondiali”, evitando nicchie di settore: se l’obiettivo è contenere la volatilità molto meglio un fondo sull’azionario europeo che non uno su quello italiano giusto per intendersi… meglio ancora un azionario globale.
  2. Per capire se un fondo è di buona qualità devi sicuramente controllare le sue performance storiche, ma non fermarti a quelle dell’ultimo anno! Quella che conta è la media storica degli ultimi 3 o 5 anni, perchè questi sono gli archi temporali su cui si valuta un investimento. Inoltre è sempre bene, quando possibile, scegliere un fondo che abbia una storicità lunga, ovvero che sia attivo e sul mercato anche da 8 o 10 anni, e magari senza aver mai cambiato il team di gestione.
  3. Il tracking error è un indicatore estremamente utile, perchè misura lo scarto medio di rendimento tra il fondo ed il suo benchmark di riferimento. In pratica nei fondi comuni rappresenta una prima misura del valore della gestione attiva, e può farti capire le capacità del team di gestione ed il valore delle sue scelte strategiche. Un ottimo fondo a gestione attiva che ha regolarmente performato meglio del benchmark avrà un tracking error positivo e superiore ad 1 ad esempio. Invece in caso tu voglia selezionare un ETF a gestione passiva, sarà meglio ricercare tra quelli con t.e. più vicino a zero, ovvero in grado di replicare fedelmente l’indice di riferimento.
  4. Anche se le cose stanno lentamente cambiando, è ancora abbastanza diffusa l’idea che la consulenza finanziaria non abbia un costo per il cliente. La cosa oltre ad essere falsa, sarebbe anche non etica: è ovvio che un bravo consulente, al pari di un bravo dottore o architetto, debba essere pagato per il suo lavoro! L’importante è però che tali costi vengano resi noti al cliente ed esplicitati prima di avviare un lavoro insieme. Ad ogni modo i prospetti, a patto di cercare bene l’informazione, riportano sempre i costi: il parametro relativo prima si chiamava TER (Total Expense Ratio), e ora si chiama Spese Correnti (Ongoing Charges). Esso include le retrocessioni per la banca ed il consulente, oltre che il guadagno del team di gestione. Per un fondo bilanciato a gestione attiva i costi possono essere mediamente dell’ 1,5%. Se iniziassero ad avvicinarsi al 2% i casi sono solamente 2: o ti stanno consigliando un prodotto troppo costoso e quindi inefficiente, oppure tale fondo è più vicino ad un azionario che ad un fondo bilanciato. Sempre a proposito di costi e di efficienza è inoltre importantissimo che tu eviti sempre fondi “brandizzati”, ovvero fondi creati da una banca specifica (spesso tali fondi riportano nel loro stesso nome quello dell’istituto collocatore o le sue iniziali: Mediolanum Best Brands, Fineco Core Series, Azimut, etc..) . Devi capire infatti che questi fondi “proprietari” sono solo un modo per la banca di addebitare costi commissionali eccessivi sul cliente: ciò implicherà minori rendimenti e maggiori spese, con buona pace dell’efficienza.

Applichiamo adesso le regole di cui sopra per selezionare dei fondi bilanciati

Per prima cosa apro il motore di ricerca dei fondi (ogni buona banca recente ve ne mette uno a disposizione) e seleziono la categoria di mio interesse, nel caso specifico “fondi bilanciati moderati”. Non ti avevo ancora detto che la categoria dei fondi bilanciati a sua volta si suddivide in varie sottocategorie quali fondi bilanciati prudenti, fondi bilanciati moderati e fondi bilanciati azionari, ma anche fondi bilanciati flessibili (con maggiore libertà operativa); ti basti sapere che si differenziano principalmente per la percentuale di contenuto azionario presente al loro interno.

Successivamente indico come mercato di riferimento la categoria Morningstar “fondi bilanciati globali“.

A questo punto inizio a filtrare la mia lista sulla base della performance storica a 3 o a 5 anni, filtrandola eventualmente anche in base al rating e all’anzianità dei fondi stessi. Otterrò una lista simile alla seguente, con ovviamente molte pagine di fondi (io vi riporto solo la prima)

fondi-bilanciati

A questo punto apro le schede di ognuno dei fondi della prima pagina, e confronto tracking error e costi di gestione. Nel nostro caso scoprirò che il Janus Henderson Balanced Fund ha una storicità di 18 anni, rendimenti nella stragrande maggioranza dei casi positivi, ed un tracking error addirittura del 4,32%. La sua deviazione standard a 3 anni è del 6,58%, non bassissima ma perfettamente in linea col settore. I costi di gestione sono dell’1,97% un po’ alti a dire il vero. Facendo altri confronti scoprireri che ad esempio il Threadneedle al 6 rigo della tabella ha sempre ottime caratteristiche ma un costo dell’1,55%, ovvero 0,40% all’anno in meno dell’altro. Su 10 anni e su 100mila euro di capitale sono 4mila euro in più nelle tue tasche. D’altro canto la storicità di questo fondo è molto inferiore, di circa 4\5 anni. Pertanto, tutto considerato, potrebbe essere un investimento redditizio ripartire la porzione di capitale dedicata a questo settore a metà su questi due prodotti. Stesso tipo di analisi potrei farla sul catalogo di ETF invece che sui fondi a gestione attiva, ricordandomi però che in quel caso il tracking error ottimale non è quello più alto possibile ma quello più prossimo allo 0.

Bene, questo conclude l’argomento che volevo trattare. Se hai già iniziato a gestire il tuo capitale costruendo da solo (o con il supporto di un consulente) i tuoi portafogli, spero che queste semplici regole ti aiutino a notare eventuali inefficienze, ad ottimizzarlo, aumentarne i rendimenti o contenerne il rischio. Se poi volessi valutare insieme a me le criticità o i punti di forza della tua asset allocation ed avere una seconda opinione super partes, ti consiglio di dare una occhiata al mio servizio di check-up cliccando sull’immagine qui sotto!

 freccia-a-destra  investimenti redditizi in fondi bilanciati

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